Kindle Paperwhite, Kobo Aura, Tolino Shine, tra gli ereader a meno di cento euro o poco più

Il lettore digitale

Natale 2014: le feste natalizie degli ebook ereader? Natale 2014: sotto l’albero anche il Kobo Aura scende sotto i cento euro

A dicembre 2014, ancora prima dell’Immacolata, di Santa Lucia e del Santo Natale c’è un po’ di movimento in Italia nel mercato degli ebook reader. A meno di contromosse di Amazon [che infattti sono arrivate, andate in fondo al post, ndLuca], che lascia in vendita il suo Kindle Paperwhite a 129 euro, gli ereader di fascia media della concorrenza – Kobo Aura (Mondadori/laFeltrinelli) e Tolino Shine (IBS) – costano trenta euro in meno: 99 euro. In realtà è solo Kobo a giocare al ribasso, scontando appunto di trenta euro il suo Aura fino a fine mese, dato che il prezzo del “nuovo” Tolino Shine di IBS non cambia, è da listino inferiore ai cento euro.

Ho già dedicato un post ai lettori digitali di fascia alta – Kindle Voyage (non ancora disponibile in Italia), Kobo Aura…

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ebook in biblioteca, come si fa a prenderli in prestito con MLOL

Il lettore digitale

La schermata principale del CSBNO MLOL La schermata principale del CSBNO MLOL

Prendere in prestito un ebook è una realtà di fatto, tuttavia dato che è probabile che non sia così conosciuto il come e il dove mi permetto di darvi qualche dritta. Anche se costano meno rispetto ai libri di carta non vorrete mica comprarli sempre no? A volte basta “andare” in biblioteca – sebbene appunto non ci si debba più recare di persona in un edificio ma accedere al suo catalogo on-line. Nei giorni scorsi ho attivato un account presso il mio sistema bibliotecario di riferimento, il CSBNO (Consorzio Sistema Bilbiotecario Nord Ovest del Milanese) che ha permesso ai miei genitori di non finire in bancarotta quand’ero piccino prima e adolescente poi.

In particolare, il CSBNO ha stipulato un accordo con MLOL (Media Library On Line) che altro non è che un “servizio di biblioteca digitale per accedere via Internet a libri…

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Kindle o Kobo? La sfida ora va anche… sott’acqua

Il recente lancio del Kobo Aura H2O, un ereader resistente all’acqua, ha riportato (un po’ in sordina, bisogna dire) in auge la buona vecchia dicotomia Kindle (Paperwhite) vs. Kobo.

Ne ha parlato tra i primi Pianeta Ebook, con un post in cui non si nasconde una certa perplessità – che sinceramente condivido – per l’operazione di Kobo e del suo ereader impermeabile, versione peraltro già esistente per il Kindle, senza che molti si siano strappati i capelli (inoltre, la versione waterproof del Kindle Paperwhite costa più o meno come il Kobo Aura H2O).

Molto interessante ed eloquente un video (tratto da Goodereader.com) in cui si mettono letteralmente in parallelo i due ereader e che ripropongo volentieri, sintetizzando per comodità (è in inglese) le caratteristiche più notevoli messe in luce.

kindle-kobo1 – Prima di tutto, le dimensioni: il reader Kobo è un 6,8″, il Kindle un 6″: sicuramente un valore aggiunto, da parte del primo, soprattutto per chi bada alle dimensioni dello schermo (io non sono tra costoro).

2 -La prima schermata del Kobo è più dinamica, permette l’accesso a più menu in maniera intuitiva e accattivante. Quella del Kindle Paperwhite è concentrata solo sulla libreria e lascia alla barra superiore il compito di indirizzare l’utente verso lo store e altri menu.

3 – Anche nei tools di lettura (ingrandimento caratteri, cambio font) il Kobo sembra più versatile e più ricco di opzioni e strumenti. Però attenzione: a questo punto il video rivela una funzione del Kindle davvero insuperabile e insuperata (almeno finora): selezionando una parte del testo (anche un’intera schermata), la si può tradurre in qualsiasi lingua, dal finnico al cinese.

4 – Lettura PDF: qui il Kobo inizia a perdere colpi: più lento e macchinoso del Kindle, che invece è più sensibile al touch e fa lo zoom sul testo al semplice movimento delle dita. Il Kobo da parte sua, pur con un refresh più faticoso, permette di girare la pagina del PDF direttamente dallo zoom. Da notare che il Kindle mantiene la funzione di traduzione (e le altre consuete: sottolineatura, appunti, ecc.) anche con i PDF, mentre invece il Kobo non permette di fare molto durante la lettura di testi in questo formato.

5. Bookstore: quello del Kindle ammonta a 5 milioni di libri, il Kobo a 4, quindi la differenza non è così determinante. Entrando però nelle schede libro, Amazon fornisce molte più informazioni, dalla lunghezza del libro (cartaceo, per dare un’idea delle pagine), alle recensioni degli utenti.

I due recensori del video concludono la loro analisi con una unanime preferenza verso il Kindle Whitepaper il quale, nonostante le dimensioni minori dello schermo, si rivela imbattibile nella reading experience generale.

Concludo con alcune osservazioni importanti che ho raccolto su twitter: un altro vantaggio del Kindle è che permette ll’uso degli stessi strumenti sia per i libri acquistati nello store Amazon, sia per quelli acquistati in altri store, nonché per ebook in .epub convertiti in seguito in .mobi, il formato di Amazon (se non sapete di cosa sto parlando, rimando a questo vecchio ma sempre utile post sul Kindle). Il Kobo, invece, a quanto dice chi lo possiede, visualizza correttamente e permette di interagire solo con gli ebook acquistati nel suo store.

Non ho motivo di dubitare di colui che mi ha dato questa informazione, ma il primo pensiero è stato che in questo modo il Kobo perde gran parte del vantaggio che ha in quanto ereader in grado di leggere l’epub, il formato standard degli ebook. Infatti, se l’editore distribuisce i suoi ebook con un semplice social DRM, ne permette l’acquisto ovunque, e personalmente posso anche fare a meno di rivolgermi – magari per ragioni etiche – allo store Amazon (certo più comodo perché direttamente accessibile dal Kindle) e, con un piccolo procedimento ulteriore, far lavorare Calibre e ottenere un ebook pronto per il mio Kindle.

 

 

Natale con l’e-reader o con il tablet? (e altre considerazioni)

Siamo ormai quasi arrivati al fatidico giorno di Natale, e sono sicuro che tutti, nonostante i buoni propositi che suonano spesso come “quest’anno niente regali” e amenità del genere, alla fine hanno ceduto alle lusinghe, alle offerte e alle sirene dello shopping natalizio, magari virato in chiave tecnologica, tendenza che sembra sempre più marcata, soprattutto se si parla di e-reader o tablet.

Ma la questione è proprio questa: meglio regalare un e-reader a inchiostro elettronico o un tablet tuttofare, multitasking e di sicuro appeal? Domanda che non pochi si stanno facendo (per esempio questo articolo, che potrà darvi qualche idea preliminare) ma a cui potete rispondere solo voi, secondo le vostre esigenze o di quelle del destinatario del regalo.

Siete (o siete di fronte a) un lettore forte, uno di quelli che divora libri su libri ed è sempre attento alle ultime novità della narrativa o della saggistica, magari poco acculturato dal punto di vista digitale ma nemmeno integralista cartaceo? Allora andate sul sicuro con un e-reader eInk: ora si parla molto di Kobo e del Kindle Paperwhite (ne ho parlato anche qui), sicuramente, per qualità e prezzo, i migliori sul mercato.

Se invece preferite un dispostivo più duttile, che permetta la navigazione nel web e l’utilizzo della posta elettronica, nonché l’uso dei social network o l’aggiornamento delle vostre letture su Goodreads, allora siete decisamente una creatura da tablet, ma attenzione: la batteria termina molto più in fretta di quella dell’ereader, le distrazioni sono tante (per chi è facile alle distrazioni) e lo schermo retroilluminato alla lunga può risultare stancante (ma anche più pratico, dipende dai punti di vista, dall’uso che se ne fa e dal contesto in cui siete).

Sono tutte cose dette e ridette, ma a quanto pare i neofiti della lettura digitale sono in continuo aumento (benvenuti, dico io) ed è sempre importante una sintesi e una bussola con cui districarsi nella selva oscura (o retroilluminata) di dispositivi, formati, aggiornamenti e implementazioni di software o hardware.

Sui formati, solo una precauzione: sappiate che se scegliete il pur ottimo Kindle, vi troverete poi costretti nel recinto (ampio, abbondante, rigoglioso, ma pur sempre chiuso) del formato proprietario di Amazon, che non è quell’epub che ormai adottano tutti gli altri dispositivi. In soldoni, potrete comprare ebook solo da Amazon, o epub non protetti da DRM (eh già, c’è anche questa ulteriore complicazione) che poi potrete convertire in .mobi (o .azw, o KF8, i formati del Kindle) con un programmino tipo Calibre. Troppo cervellotico? Allora andate sul Kobo, che ormai trovate non solo da Mondadori, ma anche in qualsiasi libreria Feltrinelli e che è arrivato ad avere prestazioni molto simili al Kindle (sull’assistenza non saprei dirvi, so solo che quella di Amazon è perfetta. Veramente).

La cosa che personalmente trovo comunque curiosa è che, arrivati alla fine del 2013, sia ancora attuale l’opzione ereader / tablet, considerato che non molto tempo fa il primo veniva dato per spacciato (io stesso non lo vedevo molto bene), mentre ancora, nonostante lo sviluppo dei tablet, l’abbassamento del loro prezzo e le funzioni sempre più avanzate dei dispositivi retroilluminati, il grigio e-reader è ancora lì a dire la sua, quanto mai vivo e vegeto e addirittura per molti prima scelta quando si parla di lettura digitale.

Da una parte la cosa mi fa piacere perché è, come detto, un dispositivo per lettori forti che finalmente si stanno convincendo delle virtù dell’ebook, dall’altra è un segno che la lettura digitale è comunque ancora ancorata ad un modello mimetico rispetto a quella cartacea, fattore questo che se nella narrativa può (ma non necessariamente deve) avere un senso, in altri ambiti potrebbe risultare come un limite, una sorta di colonna d’Ercole oltre la quale l’editore non osa addentrarsi.

Parlo soprattutto dell’editoria scolastica, altro tema che notoriamente mi sta molto a cuore. La questione continua a essere molto dibattuta a colpi di convegni, tavole rotonde, interventi spesso anche molto intelligenti, profondi, puntuali. Ne voglio segnalare a riguardo tre, tra quelli più recenti: un articolo, un ebook (manco a dirlo) e un video: l’articolo è comparso poco tempo fa su Doppiozero e vorrei che fosse affisso sulle porte delle scuole italiane come le 95 tesi di Lutero sulla porta del castello di Wittenberg: si intitola semplicemente “scuola digitale” ma espone fatti e considerazioni in maniera così lucida, limpida e intelligente che lascio a voi la lettura senza alcun altro commento.  Il libro (o meglio, l’ebook) è una riedizione aggiornata di Adottare l’e-learning a scuola di Roberto Maragliano, un testo importante dal titolo che forse lo limita, nel senso che il testo dice molto di più e su molti più aspetti della questione di quanto possano dire le parole “e-learning” e “scuola”.  Parla di educazione, di metodologia didattica, di pedagogia di tipo trasmissivo e produttivo e di molto altro ancora. Anche questo dovrebbe essere un testo imposto dal Ministero come strumento di formazione – obbligatoria –  per tutti gli insegnanti (so di apparire talebano, ma quando ci vuole ci vuole), mentre invece sarà letto dai soliti noti che annuiranno ad ogni pagina come sto facendo io, ma che rimarranno sostanzialmente isolati all’interno del corpo insegnanti e in generale nel mondo della scuola chisà per quanti anni ancora.  Infine,  consiglio caldamente il sempre ottimo Roncaglia che in occasione del convegno  “I libri digitali: opportunità e scelte” organizzato dal MIUR il 13 dicembre, ha realizzato questo video (sono una ventina di minuti) in cui espone le sue considerazioni e traccia scenari possibili su un mondo, quello della didattica e delle tecnologie, riguardo al quale presto dirò anch’io la mia in maniera più sostanziosa e concreta di quanto non abbia fatto finora qui nel blog.

Per ora vi auguro buon Natale e un 2014 ricco di letture. Digitali, cartacee o di altro tipo.

Canada, terra di ebook

Il Canada è noto per il poutine, i parchi naturali, la gente cortese, lo sciroppo d’acero, le giubbe rosse.

Insomma, uno si aspetta un Paese di boscaioli sereni e… invece scopre un mondo di lettori di ebook! Li vedi in metropolitana, seduti a un tavolo in attesa di cibo, per strada, in auto e buttando l’occhio sull’ereader, il tablet o lo smartphone del caso ti accorgi che stanno proprio leggendo libri. Davvero.

Ok, non c’è da stupirsi: gli italiani si dice che leggano poco, quindi leggono anche pochi ebook e comunque vuoi mettere quanto sono più “cool” le App?!

Mi son dato alcune ragioni per spiegare il fenomeno canadese, alla luce di qualche giro nelle librerie e della visita casuale a una piccola biblioteca che ha sede in una chiesa sconsacrata di Quebèc City. Il succo è che credo sia, anche, una questione strutturale.

Ad esempio, la piccola – ripeto, piccola! – biblioteca quebecchese oltre ad avere un discreto catalogo di libri cartacei, dava la possibilità di accedere al prestito degli ebook e se volevi potevi prendere in prestito anche un ereader a scelta tra 3 modelli diversi (o 4, non ricordo). I modelli erano esposti vicino al banco del prestito, assicurati contro eventuali furbetti, ma potevano essere toccati, provati, “sfogliati”. E non erano modelli preistorici. Avrei voluto fare foto per avere testimonianza visiva, ma mi sembrava poco carino. Ne ho fatta solo una mentre uscivo.

Servizio fotografico a parte, è indubbia la capacità e la volontà “politica” delle biblioteche di accogliere l’editoria digitale e di metterne i prodotti a servizio del pubblico.

Sì, perché in Canada, le biblioteche pubbliche hanno investito in ebook. Per farvi un’idea degli investimenti, dei risultati e della logica che sta dietro a questa scelta vi consiglio di dare un’occhiata a due articoli: Borrowing eBooks from Canadian Libraries Is on the Rise e Cresce il prestito di ebook in Canada

Passo rapidamente alla questione librerie tradizionali. Mi ha stupito che un punto vendita di una grossa catena canadese (su tre piani) avesse piazzato praticamente all’ingresso e in bella vista per chiunque entrasse un tavolo con degli ereader (Kobo) con libertà da parte dei clienti di sfogliare su supporto digitale le novità appena uscite.
Sul tavolo c’erano solo gli ereader. Niente articoli da cartoleria, nessun altro apparecchio tecnologico o bestseller impilato: solo gli ereader e la loro promozione. A un passo dal tavolo, 3 scaffali di accessori per ereader (custodie, lampade per leggere di notte, proteggi schermo ecc.). Per carità, per esser messo lì quel prodotto deve vendere a sufficienza e avere il suo appeal, ma è anche questione di scelte di posizionamento in libreria. E in ogni caso, gli ereader erano accesi, funzionanti e con testi caricati e consultabili.

Ora, è vero che Kobo è un’azienda franco-canadese e che Kobo era gran parte degli ereader che ho visto anche in giro, è verò che in Canada Kobo controlla il 47% del mercato degli ebook. Come dire, gioca in casa.
È però altrettanto vero che le resistenze incontrate da noi per far convivere nello stesso spazio libri ed ebook sono dure a morire. Sarà la crisi, la lotta per monetizzare in tempi rapidi, lo spazio disponibile, ma in Italia non vedo ancora un modello di business che accompagni la libreria tradizionale a servirsi del digitale.
Se avete esperienze diverse, ditemi!

In fin dei conti, la lettura è pur sempre la lettura. Non importa con quale formula o piattaforma si legga: è questione di diffusione della cultura. Questo concetto sta, forse, alla base della questione strutturale cui mi riferivo all’inizio del post.
Il Canada non è il paese di Bengodi, sia chiaro, ma considero l’esperienza canadese in fatto di editoria digitale e mercati un test riuscito, almeno per quel che ho visto.

Salvatore Nascarella (@nascpublish)