Il culto del libro

All'ombra di una quercia.

culto del libro

Se c’è una cosa che non ho mai sopportato è la distinzione tra bene e male. Sentire questi due sostantivi all’interno di una qualsiasi frase mi provoca un forte prurito al sarcasmo e il mio medico di fiducia (nel senso che finché non capirò quello che scrive dovrò fidarmi di lui) mi ha prescritto come cura 30 secondi di silenzio da masticare subito dopo il contatto con i due allergeni.
Se ve lo state chiedendo, funziona male. Salva la situazione, ma trasforma il prurito al sarcasmo in un bruciore di stomaco. Vita tua, mors mea. Mi piace pensare di essere un tipo altruista.
Il bisogno psicotico di far rientrare ogni aspetto della vita umana nell’una o nell’altra categoria, scientificamente conosciuto come sindrome da Barbara D’Urso (figura medievale famosa per alcuni manoscritti apologetici riguardanti un venditore di concime, tale Auditel da Mediaset), può applicarsi a molti contesti della vita, primo fra tutti: l’ambito religioso.

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Tutti scrivono qualcosa tornati dal Salone del libro/2

Proprio perché lo fanno benissimo altri, lascio la parola a loro…

salvo esaurimento scorte

Come è cambiato il digitale nel salone del libro a quattro anni dalla prima volta che lo abbiamo vissuto da editori digitali?
L’impressione è che il digitale resti un convitato di pietra all’interno del Salone. Non si vede il digitale e si ha anche difficoltà a toccarlo. Il Salone ha ancora radicata la sua natura di fiera a scaffali: è ancora un salone del libro, inteso come oggetto-merce primaria che permette agli standisti di ammortizzare più o meno significativamente la propria presenza. Del digitale si parla tantissimo, nella zona ebooktothefuture, si ripete il mantra del libro del futuro, ma non si è ancora trovata una formula che permetta al salone del libro di diventare un salone della lettura.

Gli attori del digitale sono costretti a formalizzare i propri contenuti in cartoline, collane, oggetti, per riuscire a trasmettere il bene ebook al pubblico. Devono munirsi di device, fare presentazioni, reading…

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Quale dispositivo acquisto per leggere gli ebook?

La domanda è sempre quella: lo è anche la risposta?

BiblioMediaBlog

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Se ti piacerebbe leggere ebook in qualsiasi luogo ti trovi, senza stare incollato al computer, e ti chiedi quale sia il miglior dispositivo per te, ti invitiamo a leggere i nostri suggerimenti.

Online si possono trovare blog (qui e qui ad esempio) che si occupano di tecnologia e recensiscono tutti i prodotti che vengono lanciati sul mercato; noi, però, ti consigliamo di partire da te e dalle tue abitudini di lettura prima di occuparti di qualsiasi scelta di tipo tecnologico.

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ebook e elearning: non solo una “e” in comune.

Ebook ed elearning hanno molto in comune.

Innanzitutto sono entrambi, anche, mezzi di apprendimento. In secondo luogo, sono entrambi mobile, fruibili ovunque. A pensarci bene, il libro è il padre naturale della formazione a distanza. Di fatto, da che mondo è mondo, si studia lontano dal docente…La mobilità permette di portare l’apprendimento fuori dalle aule, anche di fare a meno delle aule stesse. Oggi non è neppure più necessario essere costantemente attaccati a una presa di corrente. Questa flessibilità, questa portabilità, porta discreti vantaggi sia per i docenti, sia per chi deve studiare, senza contare i benefici per persone con disabilità, grazie alla capacità far leggere un testo al dispositivo, disporre di file audio, video, ingrandire i caratteri ecc.

Ora, la domanda sorge spontanea: un ebook è elearning? Risposta: sì e no.

, perché la didattica può viaggiare attraverso un ebook. L’epub3 ha inoltre migliorato l’esperienza di lettura, rendendola potenzialmente più partecipativa. Ok, un ereader ha capacità limitate e non tutto può essere correttamente reso visibile, ma un tablet combina funzionalità diverse e consente un grado di interazione elevato, facilitando la collaborazione attraverso la comunicazione asincrona e sincrona.

No, perché un ebook non ha la tracciabilità che una qualsiasi piattaforma di elearning può garantire. E qui sta il punto. Vale a dire che al momento il lettore di ebook non è più di tanto identificabile. In altre parole è più facile barare. Per di più, abbiamo altri piccoli problemi… Per esempio, le verifiche effettuate, come le risposte a un semplice test a risposta multipla, non sono tenute in memoria da un ebook. Insomma, al momento c’è ancora da fare prima di rendere un libro digitale efficiente quanto un corso presente su una piattaforma elearning.

Ad ogni modo, credo sia ipotizzabile un naturale avvicinamento tra due settori (editoria digitale ed elearning), perché entrambi alla fine partono da contenuti. Esiste la possibilità di migliorare l’esperienza dell’apprendimento in ogni sua parte.                           La necessità di riprogettare la didattica (scolastica e professionale) obbliga a uno sforzo di metodo che richiede tempo e risorse per essere assorbito sia dai docenti sia dagli studenti. Il primo obiettivo è colmare il vuoto di competenze tecnologiche assai esteso e ridefinire le aspettative al ribasso. È anche vero che se da una parte è necessario contrastare l’idea diffusa che con un device o una piattaforma si possa fare praticamente tutto, dall’altra resta fermo che alla base di un buon percorso formativo ci sono sì buoni contenuti, ma che non ci si può esimere da un gran bel lavoro di progettazione e programmazione.

Scuole e società si sono dotate di piattaforme che sono pressoché scatole vuote, luoghi senza identità, contenitori di testi messi insieme con non chiari intenti. Perché allora non ragionare sull’ebook come elearning, risolvendo i problemi di metodo e tecnologici che ancora li separano? L’apprendimento è oggi infinitamente più portatile di quanto non fosse poco tempo fa. Dovremmo essere pronti a sfruttare i benefici di ereader e tablet, pianificando il modo migliore per impiegarli anche per l’aggiornamento.Lo sviluppo della didattica a distanza, anche a supporto di quella in aula, grazie all’editoria digitale può essere di vasta portata. L’interazione viva tra soggetti e l’integrazione di diversi strumenti utili all’apprendimento e alla verifica di quest’ultimo dovuti all’esperienza mobile hanno e avranno un effetto profondo sulla formazione.

La capacità di formare a distanza di fatto si sta già espandendo. Basta dare un’occhiata ai MOOC. L’editoria sarà in grado di andare oltre i doveri “ministeriali”? La strada per avvicinare ebook ed elearning è lunga e tortuosa, ma ragioniamoci. Sarà interessante osservare come si evolverà la costruzione dei materiali per l’apprendimento e come allo stesso tempo risponderà la tecnologia.

di Salvatore Nascarella (@nascpublish)

Sondaggio sulla user experience dei lettori digitali


eReaders-vs-Tablets
Un paio d’anni fa feci un piccolo sondaggio diffuso attraverso alcuni social network in cui sono presente (Twitter, Facebook e Friendfeed) sulla lettura digitale e sulla user experience di chi usa un ereader o un tablet. Lo ripropongo adesso, direttamente qui nel blog, dato che il campione che ne era risultato allora (e a un secondo tentativo fatto recentemente) era piuttosto parziale e forse poco rappresentativo.

Prego quindi tutti i visitatori di rispondere con sincerità, sono poche domande ma possono dare un quadro interessante su come sono cambiate in questi anni le abitudini di lettura da parte di chi è passato dal cartaceo al digitale.

RIngrazio sin da ora chi parteciperà.