ancora un viaggio con il kindle… in solitaria

Un altro viaggio (questa volta tutto in Italia, Roma e Firenze, dopo che il primo era stato in Austria) con il Kindle, ancora perfettamente in solitaria, nel senso che non ho avvistato nessun altro con il medesimo aggeggio tra le mani. Dati in rapida sintesi:

– ho usato 2 aerei, 2 Frecciarossa, 1 linea della metro, 2 autobus in due città diverse. Camminato per il centro di Firenze e per la stazione Termini.

– Ho incontrato n. 2 lettori di libri cartacei: una donna accanto a me nel treno Firenze-Roma leggeva “L’eleganza del riccio”, un ragazzo nel Roma-Firenze la biografia di Borgonovo. La donna di cui sopra mi ha chiesto del Kindle, incuriosita.

– Gli italiani (ma più che una constatazione è una conferma)  sono portatori sani di iPhone e iPod, ma la lettura è un’attività davvero poco diffusa. Figuriamoci quella digitale.

P.S.: E se poi gli esempi di eReader che vedono sono come quelli che ho trovato in un punto vendita a Fiumicino, due plasticoni antidiluviani a 285 e 327 euro, dubito che l’ebook troverà simpatizzanti. A ragione, aggiungo.

P.P.S.: Chi tira fuori la scusa che un eReader (di buona qualità, non quelli indicati sopra) è caro non la dà a bere, visto che tra gadget elettronici o meno l’italiano medio si porta addosso l’equivalente di due miei stipendi. Diciamo pure che per la lettura non sono disposti neppure a comprare un tascabile.

chiacchierata editoriale n. 7 – incontro con marco giacomello (kindle italia.com)

La settima chiacchierata “editoriale” è una chiacchierata con un interlocutore che non lavora direttamente in ambito editoriale. Tuttavia Marco Giacomello è uno dei curatori di kindleitalia.com e di nonsoloebook.com e si occupa del fenomeno dell’editoria digitale anche dal punto di vista giuridico, vista la sua tesi di laurea – oramai prossima – che è incentrata su “Lo studio comparato del fenomeno del copyright e dei drm vs la privacy”.
Mi sembra dunque la persona ideale per parlare di due argomenti importanti e sempre attuali: il Kindle di Amazon e il sistema dei diritti nel nuovo scenario digitale.

Marco, tu che hai il polso della situazione su Kindle e dintorni, come è stata l’accoglienza in Italia?

Parto da una brevissima cronistoria del device di casa Amazon in Italia: Kindle 2 è acquistabile in Italia da ottobre 2009, poi da gennaio 2010 è disponibile il DX e infine quest’estate è arrivato l’ultimissimo kindle 3. Detto ciò passiamo ai numeri… anzi no, perché i numeri non ci sono! Amazon infatti non rilascia i dati ufficiali sulle vendite dei propri device e questo non ci permette di capire quanti realmente siano in Italia i possessori di un Kindle.

Dall’interesse e dalle domande che ricevo su kindleitalia.it e sul forum di nonsoloebook.com penso che stiano davvero diventando tanti. L’interesse sale di giorno in giorno e le discussioni sui punti di forza dei kindle si fanno sempre più interessanti e positive. Basti pensare che Amazon sta già terminando le scorte, e i tempi di attesa per le spedizioni stanno aumentando vertiginosamente con l’avvicinarsi alle feste natalizie. In conclusione,  direi accoglienza tiepida (sicuramente influenzata negativamente dalla possibilità di acquisto esclusivamente on-line, con l’aggiunta della diffidenza generica verso il mondo ereader & ebook), ma futuro caldissimo.

Da pochi giorni Amazon è anche in Italia. Come pensi che cambieranno gli equilibri con il colosso produttore del Kindle nel nostro paese?

Dal punto di vista del mondo digitale, i cambiamenti saranno al momento nulli visto che amazon.it non venderà ebook e kindle.
Se però Amazon dovesse aprire alla vendita diretta del kindle in Italia sbaraglierebbe sicuramente la concorrenza, sia a livello di device che per quanto riguarda la vendita di ebook. Forse la sua mossa di apertura iniziale del negozio on-line è un primo step di avvicinamento per un lancio futuro di ebook e kindle (speriamo in un finale come quello inglese, dove la vendita diretta è già partita – anche se forse il mercato inglese è stato considerato da subito come più allettante da Amazon). Tempi molto incerti, forse prima si vuole affermare il brand Amazon in Italia, visto che a molti è ancora sconosciuto e poi lanciare device e libri digitali.

Per quanto riguarda il cartaceo, 2 milioni di libri in lingua italiana e straniera (con in più 450.000 cd musicali e 120.000 dvd) sono quanto di meglio poteva essere proposto nel nostro mercato, soprattutto se come promesso sarà applicato un 30% di sconto sul prezzo di copertina. Molto interessante anche Amazon prime, una sorta di programma di iscrizione annuale che permette al costo annuale di 9,99 euro la spedizione gratuita in 2/3 giorni senza un minimo di spesa d’acquisto. Penso che Jeff Bezos abbia finalmente compreso le potenzialità (ad oggi inespresse o quasi) che il commercio elettronico di prodotti fisici potrà avere nel nostro Paese.

Parlando di device soprattutto con schermo a tecnologia e-Ink, pensi come me che sia ancora troppo presto per pronunciarsi sugli schermi a colori che sono stati annunciati? Come vedi il futuro in questo ambito – e soprattutto i tempi di evoluzione?

Credo fortemente negli schermi e-ink e nella loro totale differenza di utilizzo rispetto agli LCD. Spieghiamoci meglio: lo schermo e-ink è fantastico per leggere, rilassante, non riflette con la luce del sole – l’LCD va benissimo per fare tutto il resto (navigare, scrivere, guardare film ed in caso leggere qualcosina).

Schermi e-ink a colori? Sono abbastanza critico e da lettore non ne sento troppo la mancanza in questo momento! D’altronde il 90% dei libri che leggiamo sono in bianco e nero, i colori servirebbero solo per magazine e newspapers. Dobbiamo capire dove vogliamo che arrivino gli ebook, e soprattutto cosa vogliamo che diventino.

L’unica mia convizione è che gli ebook non sono quelli che vediamo in questo momento: dobbiamo finirla con questi esempi che non fanno altro che allontanare l’idea vera di libri digitale. Gli ebook non sono la mera trasposizione in digitale della versione cartacea dei libri, sono molto di più. Possibilità di ricerche testuali, condivisione e commenti, font modificabili in grandezza e tipo, ecc. Se poi vogliamo puntare all’integrazione totale fra testo, video e audio allora le potenzialità degli ebook crescono a dismisura.

Tempi? Forse solo qualche mese d’attesa per quanto riguarda l’integrazione con kindle. Qualche rumors fa propendere per il montaggio dei nuovi schermi a colori e-ink inizialmente sul nuovo modello da 10 pollici della famiglia kindle che andrà a sostituire il kindle dx graphite. Consiglio di dare uno sguardo all’ e-ink Triton prodotto da e-ink Holdings montato attualmente sull’e-reader della Hanvon: migliaia di colori, supporto per le 16 tonalità di grigio e 20% in più di velocità nel refresh delle pagine.

Tu sei anche un “leguleo” perciò ne approfitto per chiederti, da conoscitore dell’argomento, il tuo punto di vista su DRM, restrizioni territoriali e come secondo te potrebbe essere riletto il diritto d’autore nel mondo digitale.

Non dobbiamo fare confusione: i drm nascono come strumenti neutri! È il drm ‘forte’ come quello di Adobe che limita l’interoperabilità applicando sistemi di crittografia digitale estremi (ma tranquillamente forzabili)! Tipi di drm come i social drm o altri basati su fingerprinting o watermaking non limitano assolutamente la fruizione dai diversi device e quindi non vedo il motivo di forzarli! Sono questi il futuro della protezione dei contenuti digitali, Anche le stesse licenze cc o GPL contengono un drm! Quindi attenzione a generalizzare!

Una risposta semplice ed immediata (con l’utilizzo di un solo codice identificativo dell’opera inserito in un metadato), potrebbe essere la proposta di Fisher: una piccola aggiunta al canone dell’abbonamento del telefono e poi scaricamento flat illimitato dei contenuti dalla rete. In questo modo si otterrebbero due risultati importanti: pirateria azzerata (i contenuti sono scaricabarili free da chiunque) e redistribuzione effettivamente equa dei compensi agli autori (il metadato mi identifica effettivamente quante volte la mia opera è stata scaricata; all’autore viene corrisposto esattamente quanto gli spetta).

Per quanto riguarda le restrizioni territoriali credo che il problema debba essere risolto cambiando i contratti tra editore e autore (discorso a parte si dovrebbe fare per quei casi nei quali l’autore è anche editore e distributore del proprio contenuto digitale), ma la strada è molto lunga e tortuosa.

Quello che si deve comprendere è che oggi chi legge – guarda o ascolta – entra in concorrenza con l’autore, il produttore o lo scrittore. Questo lo fa riproducendo e distribuendo il bene informazione, il quale però è, e deve essere protetto da diritti. Spesso si dimentica che la svolta digitale ha portato alla creazione di un nuovo genere, un qualcosa di fondamentale e geniale: l’arte del remix (illuminante sul genere lo scritto Remix – di Lawrence Lessig’). Sto parlando di quel modo di ricreare, rielaborare, mixare ciò che altri hanno già creato – un nuovo modello di creazione di contenuti che può aiutare a progredire e a sfruttare quanto già sappiamo.

Per quanto riguarda il diritto d’autore nel mondo digitale, è oramai palese come le tecnologie digitali stanno travolgendo il mondo del diritto, sfondando quei compartimenti stagni dentro ai quali la legge aveva rinchiuso diritti e tutele. Oggi si può tranquillamente parlare di diritto dell’era digitale, con caratteristiche differenti dal diritto tradizionale – inutile cercare di utilizzare ciò che non è possibile adattare al mondo futuro. L’inasprimento della lotta tra autori/editori e fruitori delle informazioni, è la risposta a questa rivoluzione tecnologica. Giusto sarebbe partire da zero e creare qualcosa di condivisibile dai più, con una logica diversa da quella che ha dominato fino ad oggi, altrimenti pirateria e violazioni saranno le parole con le quali i giovani di domani cresceranno e alle quali si abitueranno, con una deriva pericolosa per quanto riguarda il rispetto delle norme legislative.

– Infine, la domanda che faccio a tutti: perché leggere un libro digitale?

Non si può paragonare la lettura di un libro cartaceo con quella di un ebook… ma leggere un ebook è qualcosa di differente: un’esperienza diversa, coinvolgente, che permette di approfondire, di condividere, di commentare. Insomma una lettura differente, totale… in due parole un nuovo modo di apprendere e di conoscere.

Le altre “chiacchierate editoriali” (in ordine cronologico): con Fabio Brivio (Apogeo), con Giuseppe Granieri (40k), con Carlotta Borasio (Las Vegas Edizioni), con Marco Ferrario (BookRepublic), con Spiros Coutsoucos (readme), Antonio Tombolini (Simplicissimus).

il libro cartaceo farà davvero la fine del cd musicale?

Se ne sono sentite e lette tante e tante ancora se ne leggono e sentono sul presunto parallelismo tra industria editoriale e industria discografica di fronte all’avvento del digitale. Tra predizioni e avvertimenti, moniti e allarmi, in generale la conclusione cui si giunge è univoca: i modi di fruire la musica sono diversi da quelli relativi a un testo scritto, ma il destino del libro cartaceo sarà simile a quello del cd, se gli editori non fanno tesoro della lezione impartita ai discografici dall’mp3 .

In generale ero d’accordo anch’io, fino a ieri sera. Cos’è successo ieri sera? Niente di particolare, ma qualcosa di significativo: ero nella metro e leggevo dal mio Kindle quando salgono due ragazzotti sui 16 anni (quelli che dovrebbero essere, a detta di molti, i “nativi digitali”). Guardano prima l’eReader poi me. Poi si guardano tra loro e si mettono a ridere, facendo commenti sottovoce. Era evidente che trovavano quel coso molto bizzarro e per niente allettante. Era per loro un oggetto del tutto estraneo, se non ridicolo. Probabilmente come la lettura stessa.
Ricordo però che l’iPod fu accolto con ben altro entusiasmo e curiosità ai suoi tempi, quando anzi ero io che osservavo con sguardo perplesso questi ragazzini che portavano al collo strani oggetti da cui era possibile ascoltare musica (ma in che modo, mi chiedevo io che, oltre alla radio, concepivo come unica possibile fonte sonora il cd).
Il fatto è che la musica è il pane quotidiano di questi ragazzi, il loro habitat naturale. La lettura è tutt’altra cosa. E’ fatica, concentrazione. Purtroppo, per molti di loro è anche noia. Che sia dispensata su un supporto cartaceo o digitale, a loro non importa molto. Insomma, non si può paragonare il modo di ascoltare un brano musicale alla stessa stregua in cui si legge un racconto, per quanto breve esso sia.

Per questo penso e credo che la resistanza all’ebook sarà molto maggiore di quanto immaginino anche i più strenui simpatizzanti del libro digitale (tra cui non fatico ad annoverare me stesso). Quando leggo articoli come questo, pieni di entusiasmo e previsioni di rapido cambiamento negli usi e nei consumi della lettura, portando a supporto di questa tesi alcuni dati relativi al mercato dei cd musicali, penso che si facciano un po’ i conti senza l’oste che poi è il cliente, o utente o, più semplicemente, il lettore (cosa che invece prende in considerazione un altro articolo, molto interessante)

In definitiva, se qualche tempo fa avevo individuato dei fattori che avrebbero rallentato – se non ostacolato – la diffusione del libro digitale, anch’io non avevo tenuto conto  di queste semplici constatazioni. Concludendo:

1- Quella dei lettori è una tribù piuttosto ristretta numericamente, ben caratterizzata sotto alcuni punti di vista, piuttosto impermeabile alle  mode e alle tendenze e in certo modo tradizionalista, soprattutto quando si parla del suo oggetto preferito, cioè il libro. La musica invece la ascoltano tutti, poi variano i gusti, ma la fruizione è molto più diffusa e ampia.

2 – L’ebook, al contrario di quanto succede per l’mp3,  si inserisce proprio in questo microcosmo difficile da scalfire, restìo a farsi convincere e molto legato all’oggetto-libro in sé, con cui si ha un rapporto a volte quasi feticistico. Il lbro è un totem, non solo per quello che contiene ma proprio per quello che è oggettualmente. Ciò  che Philip Smith, esperto di libri antichi, chiama in un suo intervento “The whatness of bookness”,  espressione ben poco traducibile e che Gino Roncaglia nel suo ultimo libro prova a rendere come “La cosità della libritudine”.

Insomma, con la musica si entra in una stanza già aperta abitata da persone dispostissime a mettere da parte il Walkman e, lasciando le cuffiette alle orecchie, sostituirlo con un oggettino ben più leggero, pratico e soprattutto dispensatore di musica gratuita (e, cosa importante, frammentabile in tracce singole da scaricare gratuitamente o acquistare per pochissimo). Con l’ebook devi bussare alla porta di un circolo di persone che amano profondamente ciò che hanno tra le mani e non sono disposte facilmente a metterlo da parte, fosse pure per usarlo assieme al nuovo oggetto.

Se poi ci aggiungiamo, come anche riporta il secondo articolo linkato, i prezzi ancora alti, le protezioni, il costo dell’eReader e, diciamolo, le funzioni ancora imperfette dell’ebook (tornare indietro di 10 pagine non è certo agevole come girarle con la mano tutte in una volta, così come andare da un paragrafo all’altro per rivedere un passo – e questo solo per fare un paio di esempi), penso sia facile arguire che il cartaceo avrà ancora un vita lunga. Se non eterna. Cosa che del resto mi auguro, perché ho sempre sostenuto che non c’è dicotomia tra cartaceo e digitale. Solo che per ora i vantaggi di quest’ultimo sono molto esigui e poco convincenti.

amazon in italia: il kindle si imporrà nel belpaese?

In questi giorni è la notizia di cui si parla di più nel mondo dell’editoria digitale e non: Amazon è approdato in Italia. Non starò certo qui a segnalare i siti che ne parlano, perché sarebbe una lista troppo lunga (c’è Google per questo); piuttosto, come a tutti mi sorgono spontanee alcune riflessioni, che presto conto di approfondire nel corso delle prossime mie “chiacchierate editoriali”.

Le mie riflessioni nascono anche da un sondaggio che potete trovare nel sito Ebookoserver in cui si chiede che tipo di eReader usino i visitatori: se una buona maggioranza (40%) risponde iPad, al secondo posto segue, sebbene distaccato, il Kindle (26.67%). Buon terzo, e non molto distante dal Kindle, si piazza il reader della Sony (20%). Agli altri, le briciole – almeno stando a questo sondaggio, che come tutti deve essere preso con le molle.

Ora, a parte il discorso già fatto sulla sostanziale e notevole differenza tra iPad e Kindle, l’entrata in scena di amazon Italia p0trebbe giocare un ruolo considerevole nella penetrazione del Kindle nel mercato italiano? E fino a che punto?

Ancora non sono disponibili nel sito italiano i Kindle ebook (anche se il corsera sostiene il contrario), né è possibile acquistare l’eReader. Di sicuro, però, Amazon non è entrata per caso in questo periodo prenatalizio e altrettanto di sicuro sta preparando una campagna di “kindlelizzazione” anche nel nostro Paese.  Tutto sta a vedere quanto la cosa gli riuscirà e se hanno davvero ragione coloro che, come me, sostengono che iPad e Kindle (o un altro eReader puro) possono benissimo convivere.

Voi cosa ne pensate?

chiacchierate editoriali n.6 – incontro con antonio tombolini (simplicissimus)

Nel post precedente ho introdotto l’interlocutore di questa sesta chiacchierata editoriale parlando soprattutto di Simplicissimus e delle sue articolazioni. Ora, come promesso, lascio spazio a lui, dal momento che come persona non ha bisogno di molte presentazioni: Antonio Tombolini, classe 1960, marchigiano (come me, un po’ di sano campanilismo regionale ci vuole sempre), è ormai uno dei nomi più noti quando si parla di ebook ed editoria digitale in generale.

– Io ne ho parlato come ho potuto, ma nessuno meglio di te è in grado di dirlo meglio: che cos’è, quando come e perché nasce Simplicissimus?

Quando: giugno 2006, dopo i canonici 9 mesi (e forse più) di gestazione.
Come: SRL, per iniziativa del sottoscritto, insieme a due amici, nel tempo diventati 6.
Perché: perché ero sicuro che si stava avviando per l’editoria lo stesso percorso di transizione al digitale che si era avviato per musica e audiovideo.

– Un primo bilancio della vostra esperienza fino ad oggi?

Abbiamo completato la fase 1: “usare” la distribuzione dell’hardware dedicato (ebook readers) come veicolo di rapido posizionamento sul mercato. Avviata con successo la fase 2: allestire un’offerta di contenuti e servizi per autori, lettori, editori.

– Tu sei senza dubbio uno dei “pionieri” dell’ebook: cosa ti ha fatto credere sin da allora nel libro digitale cosa è cambiato da quando hai iniziato?

Ero convinto che il libro fosse in ritardo rispetto alla musica semplicemente perché non c’era uno strumento che consentisse la fruizione digitale ad un livello di qualità paragonabile alla carta stampata (mentre per la musica c’era l’mp3 player che svolgeva egregiamente la funzione). Quando vidi i primi prototipi dell’e-ink, ai primi del 2005, mi convinsi che sarebbe stato il punto di svolta, la scintilla di innesco del fenomeno. Così è stato. Cosa è cambiato? L’atteggiamento di tutti quelli che hanno a che fare col mercato dell’editoria: chi con entusiasmo chi controvoglia, tutti ora sanno che il futuro dell’editoria è digitale. Fino a un anno fa non era affatto così, e le reazioni erano per lo più di compatimento.

– Prospettive e soprattutto le criticità per un pieno sviluppo e diffusione del libro digitale. Ti do quattro “tracce”: DRM, prezzo, devices, diritti.

Criticità a lungo termine non ce ne sono: è un processo irreversibile, un cambiamento di paradigma tecnologico che nessuno può arrestare. A breve termine invece sì, alcuni elementi possono rallentare il processo (e qualcuno magari lo fa volutamente).
DRM: sono un evidente fattore di rallentamento del mercato, ma anche un fattore di moltiplicazione della pirateria. Gli editori e gli autori che pensano di rallentare il declino della carta rallentando le vendite digitali fanno un gravissimo errore: in realtà adottando i DRM non fanno che accelerare il digitale illegale invece di quello legale.
PREZZO: in una parola, basso. Non basso in assoluto, ma basso in riferimento ad ogni singolo atto d’acquisto. 1 Euro per una traccia musicale non è un prezzo basso in assoluto, ma è comunque un prezzo basso per un atto d’acquisto. Anche in questo caso: il prezzo alto del digitale non rallenta il declino della carta, ma accelera il digitale illegale. Il prezzo basso moltiplica esponenzialmente i volumi di vendita. E per chi interessa (a me interessa) il numero dei lettori.
DEVICES: e-ink e affini per “il futuro dei libri”, i libri così come li conosciamo, solo o quasi solo testo, lettura lineare e “assorbente”, ecc…; lcd, led e chi più ne ha più ne metta per “i libri del futuro”, tutte le trasformazioni che il libro avrà avendo a che fare, nel digitale, con multimedialità e interattività.
DIRITTI: la fine del copyright si avvicina sempre di più. Il fatto che le varie legislazioni tendano paradossalmente a irrigidirne i vincoli, a prolungarne in maniera abnorme la durata, equivale all’accanimento terapeutico esercitato su un malato terminale. Lo scambio di contenuti digitali tra i vari soggetti della filiera (autori, agenti di varia natura, distributori, retailers, lettori, ecc…) avverrà su base contrattuale, in maniera regolata dal mercato, e ciascuno negozierà un pezzetto delle microtransazioni cui quel mercato darà luogo. In questo scenario una normativa rigida come quella del copyright non serve a niente e a nessuno. Del resto ci sono già state epoche in cui il copyright non c’era, e per molti scrittori era anche meglio: discorso tanto lungo e complesso quanto interessante, che varrebbe la pena di fare a parte.

– Domanda finale: perché dovremmo leggere un libro digitale piuttosto che un cartaceo?

E perché mai? Configurare la lettura come un dovere è ciò che tiene lontani dai libri e dalla lettura. Che torni ad essere un piacere, che ciascuno legga dove e come gli pare, e che se molti cominciano a preferire il digitale non vengano artificialmente sviati e disorientati in questo, tutto qua.

Le altre “chiacchierate editoriali” (in ordine cronologico): con Fabio Brivio (Apogeo), con Giuseppe Granieri (40k), con Carlotta Borasio (Las Vegas Edizioni), con Marco Ferrario (BookRepublic), con Spiros Coutsoucos (readme).