La settima chiacchierata “editoriale” è una chiacchierata con un interlocutore che non lavora direttamente in ambito editoriale. Tuttavia Marco Giacomello è uno dei curatori di kindleitalia.com e di nonsoloebook.com e si occupa del fenomeno dell’editoria digitale anche dal punto di vista giuridico, vista la sua tesi di laurea – oramai prossima – che è incentrata su “Lo studio comparato del fenomeno del copyright e dei drm vs la privacy”.
Mi sembra dunque la persona ideale per parlare di due argomenti importanti e sempre attuali: il Kindle di Amazon e il sistema dei diritti nel nuovo scenario digitale.
– Marco, tu che hai il polso della situazione su Kindle e dintorni, come è stata l’accoglienza in Italia?
Parto da una brevissima cronistoria del device di casa Amazon in Italia: Kindle 2 è
acquistabile in Italia da ottobre 2009, poi da gennaio 2010 è disponibile il DX e infine quest’estate è arrivato l’ultimissimo kindle 3. Detto ciò passiamo ai numeri… anzi no, perché i numeri non ci sono! Amazon infatti non rilascia i dati ufficiali sulle vendite dei propri device e questo non ci permette di capire quanti realmente siano in Italia i possessori di un Kindle.
Dall’interesse e dalle domande che ricevo su kindleitalia.it e sul forum di nonsoloebook.com penso che stiano davvero diventando tanti. L’interesse sale di giorno in giorno e le discussioni sui punti di forza dei kindle si fanno sempre più interessanti e positive. Basti pensare che Amazon sta già terminando le scorte, e i tempi di attesa per le spedizioni stanno aumentando vertiginosamente con l’avvicinarsi alle feste natalizie. In conclusione, direi accoglienza tiepida (sicuramente influenzata negativamente dalla possibilità di acquisto esclusivamente on-line, con l’aggiunta della diffidenza generica verso il mondo ereader & ebook), ma futuro caldissimo.
– Da pochi giorni Amazon è anche in Italia. Come pensi che cambieranno gli equilibri con il colosso produttore del Kindle nel nostro paese?
Dal punto di vista del mondo digitale, i cambiamenti saranno al momento nulli visto che amazon.it non venderà ebook e kindle.
Se però Amazon dovesse aprire alla vendita diretta del kindle in Italia sbaraglierebbe sicuramente la concorrenza, sia a livello di device che per quanto riguarda la vendita di ebook. Forse la sua mossa di apertura iniziale del negozio on-line è un primo step di avvicinamento per un lancio futuro di ebook e kindle (speriamo in un finale come quello inglese, dove la vendita diretta è già partita – anche se forse il mercato inglese è stato considerato da subito come più allettante da Amazon). Tempi molto incerti, forse prima si vuole affermare il brand Amazon in Italia, visto che a molti è ancora sconosciuto e poi lanciare device e libri digitali.
Per quanto riguarda il cartaceo, 2 milioni di libri in lingua italiana e straniera (con in più 450.000 cd musicali e 120.000 dvd) sono quanto di meglio poteva essere proposto nel nostro mercato, soprattutto se come promesso sarà applicato un 30% di sconto sul prezzo di copertina. Molto interessante anche Amazon prime, una sorta di programma di iscrizione annuale che permette al costo annuale di 9,99 euro la spedizione gratuita in 2/3 giorni senza un minimo di spesa d’acquisto. Penso che Jeff Bezos abbia finalmente compreso le potenzialità (ad oggi inespresse o quasi) che il commercio elettronico di prodotti fisici potrà avere nel nostro Paese.
– Parlando di device soprattutto con schermo a tecnologia e-Ink, pensi come me che sia ancora troppo presto per pronunciarsi sugli schermi a colori che sono stati annunciati? Come vedi il futuro in questo ambito – e soprattutto i tempi di evoluzione?
Credo fortemente negli schermi e-ink e nella loro totale differenza di utilizzo rispetto agli LCD. Spieghiamoci meglio: lo schermo e-ink è fantastico per leggere, rilassante, non riflette con la luce del sole – l’LCD va benissimo per fare tutto il resto (navigare, scrivere, guardare film ed in caso leggere qualcosina).
Schermi e-ink a colori? Sono abbastanza critico e da lettore non ne sento troppo la mancanza in questo momento! D’altronde il 90% dei libri che leggiamo sono in bianco e nero, i colori servirebbero solo per magazine e newspapers. Dobbiamo capire dove vogliamo che arrivino gli ebook, e soprattutto cosa vogliamo che diventino.
L’unica mia convizione è che gli ebook non sono quelli che vediamo in questo momento: dobbiamo finirla con questi esempi che non fanno altro che allontanare l’idea vera di libri digitale. Gli ebook non sono la mera trasposizione in digitale della versione cartacea dei libri, sono molto di più. Possibilità di ricerche testuali, condivisione e commenti, font modificabili in grandezza e tipo, ecc. Se poi vogliamo puntare all’integrazione totale fra testo, video e audio allora le potenzialità degli ebook crescono a dismisura.
Tempi? Forse solo qualche mese d’attesa per quanto riguarda l’integrazione con kindle. Qualche rumors fa propendere per il montaggio dei nuovi schermi a colori e-ink inizialmente sul nuovo modello da 10 pollici della famiglia kindle che andrà a sostituire il kindle dx graphite. Consiglio di dare uno sguardo all’ e-ink Triton prodotto da e-ink Holdings montato attualmente sull’e-reader della Hanvon: migliaia di colori, supporto per le 16 tonalità di grigio e 20% in più di velocità nel refresh delle pagine.
– Tu sei anche un “leguleo” perciò ne approfitto per chiederti, da conoscitore dell’argomento, il tuo punto di vista su DRM, restrizioni territoriali e come secondo te potrebbe essere riletto il diritto d’autore nel mondo digitale.
Non dobbiamo fare confusione: i drm nascono come strumenti neutri! È il drm ‘forte’ come quello di Adobe che limita l’interoperabilità applicando sistemi di crittografia digitale estremi (ma tranquillamente forzabili)! Tipi di drm come i social drm o altri basati su fingerprinting o watermaking non limitano assolutamente la fruizione dai diversi device e quindi non vedo il motivo di forzarli! Sono questi il futuro della protezione dei contenuti digitali, Anche le stesse licenze cc o GPL contengono un drm! Quindi attenzione a generalizzare!
Una risposta semplice ed immediata (con l’utilizzo di un solo codice identificativo dell’opera inserito in un metadato), potrebbe essere la proposta di Fisher: una piccola aggiunta al canone dell’abbonamento del telefono e poi scaricamento flat illimitato dei contenuti dalla rete. In questo modo si otterrebbero due risultati importanti: pirateria azzerata (i contenuti sono scaricabarili free da chiunque) e redistribuzione effettivamente equa dei compensi agli autori (il metadato mi identifica effettivamente quante volte la mia opera è stata scaricata; all’autore viene corrisposto esattamente quanto gli spetta).
Per quanto riguarda le restrizioni territoriali credo che il problema debba essere risolto cambiando i contratti tra editore e autore (discorso a parte si dovrebbe fare per quei casi nei quali l’autore è anche editore e distributore del proprio contenuto digitale), ma la strada è molto lunga e tortuosa.
Quello che si deve comprendere è che oggi chi legge – guarda o ascolta – entra in concorrenza con l’autore, il produttore o lo scrittore. Questo lo fa riproducendo e distribuendo il bene informazione, il quale però è, e deve essere protetto da diritti. Spesso si dimentica che la svolta digitale ha portato alla creazione di un nuovo genere, un qualcosa
di fondamentale e geniale: l’arte del remix (illuminante sul genere lo scritto Remix – di Lawrence Lessig’). Sto parlando di quel modo di ricreare, rielaborare, mixare ciò che altri hanno già creato – un nuovo modello di creazione di contenuti che può aiutare a progredire e a sfruttare quanto già sappiamo.
Per quanto riguarda il diritto d’autore nel mondo digitale, è oramai palese come le tecnologie digitali stanno travolgendo il mondo del diritto, sfondando quei compartimenti stagni dentro ai quali la legge aveva rinchiuso diritti e tutele. Oggi si può tranquillamente parlare di diritto dell’era digitale, con caratteristiche differenti dal diritto tradizionale – inutile cercare di utilizzare ciò che non è possibile adattare al mondo futuro. L’inasprimento della lotta tra autori/editori e fruitori delle informazioni, è la risposta a questa rivoluzione tecnologica. Giusto sarebbe partire da zero e creare qualcosa di condivisibile dai più, con una logica diversa da quella che ha dominato fino ad oggi, altrimenti pirateria e violazioni saranno le parole con le quali i giovani di domani cresceranno e alle quali si abitueranno, con una deriva pericolosa per quanto riguarda il rispetto delle norme legislative.
– Infine, la domanda che faccio a tutti: perché leggere un libro digitale?
Non si può paragonare la lettura di un libro cartaceo con quella di un ebook… ma leggere un ebook è qualcosa di differente: un’esperienza diversa, coinvolgente, che permette di approfondire, di condividere, di commentare. Insomma una lettura differente, totale… in due parole un nuovo modo di apprendere e di conoscere.
Le altre “chiacchierate editoriali” (in ordine cronologico): con Fabio Brivio (Apogeo), con Giuseppe Granieri (40k), con Carlotta Borasio (Las Vegas Edizioni), con Marco Ferrario (BookRepublic), con Spiros Coutsoucos (readme), Antonio Tombolini (Simplicissimus).